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martedì 1 maggio 2012

VAGHE PAROLE e AMBIGUITA' VARIE


Su “la Lettura”, inserto settimanale del Corriere della Sera, c’è un interessante articolo: “Essere vaghi ci rende più evoluti” di Antonio Sgobba in cui si affronta il tema della vaghezza e si presentano tre libri che di essa parlano dal punto di vista della comunicazione, della scienza e del diritto.
 Arrivo alla conclusione e leggo che se essa è ammessa e/o auspicata nelle varie discipline,
i rischi arrivano quando ci si sposta nel discorso politico: “Lì ci possono essere manipolazioni e si sfocia nell’ambiguità” e i confini tra sana vaghezza e ambiguità non sono così netti.
Ripenso ad alcuni discorsi, sentiti ultimamente, in cui voci e protagonisti arrivano a confondersi e a sovrapporsi e mi viene in mente, complice il maltempo,  di andare a cercare il significato di alcuni termini.
L’etimologia ovvero il significato originario e più antico delle parole riserva sempre qualche sorpresa.
Mi avvalgo de: il  Nuovo etimologico di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli

DEMAGOGO
dal greco δημαγωγός , composto di δῆμος popolo e ἀγωγός , conduttore. 
Le voci si sono diffuse forse attraverso il francese démagogue nel 1361 e in senso negativo dal 1790.

"presso gli antichi greci uomo di stato e oratore", av. 1573, Giannotti
"che si ispira ai metodi e ai fini della demagogia", 1797, "L'amico degli uomini" Leso 

vediamo allora DEMAGOGIA: "degenerazione della democrazia; arte di accattivarsi il favore delle masse popolari con promesse di miglioramenti economici e sociali difficilmente realizzabili", 1796 in Dardi, La forza delle parole: "Termometro politico della Lombardia"
... ma come già nel 1796 la Lombardia?!

POLITICA
voce dotta dal latino politicu(m),
dal greco: πολιτικός, aggettivo di πολίτης, cittadino, derivato di πόλις, città.
la recente espressione politica, politicante ricalca il francese politique  politicienne  che sottolinea “gli aspetti deteriori e meno nobili della politica"

scienza e arte di governare lo stato”, attestazione  av. 1294 da B. Latini.
 Più interessante quella del 1618 di Michelangelo Buonarroti il Giovane, scrittore, omonimo e nipote del più famoso Michelangelo: “accortezza, astuzia o furberia nell’agire o nel parlare” .  
 I tempi stavano già cambiando …

da qui POLITICO: aggettivo “che concerne la politica, la vita sociale ma anche:
persona che sa agire e parlare con astuzia in ogni situazione”- 1540 Francesco Guicciardini.

Vaghezza e ambiguità dei termini, nemmeno un'autorevole fonte etimologica ci  aiuta a chiarire definitivamente le differenze...
e allora affidiamoci ai programmi e a chi  non ce la racconta da troppo tempo, poichè la pazienza, come sostiene Anders, non  è più una virtù.


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